Il Casale – Quartiere giardino di Brindisi

Fino al primo conflitto mondiale, la città di Brindisi era cresciuta occupando le aree edificabili limitate dalle mura antiche, secondo quanto era stato disegnato dal Piano regolatore del 1883. Esterne alla linea delle mura erano sia le costruzioni spontanee oltre Porta Mesagne, lungo la via Appia, che le prime ville borghesi del Rione Casale.
Di fatto, la guerra aveva dato un certo impulso allo sviluppo fisico della città, poiché l’uso militare del porto aveva permesso sia attività industriali e commerciali legate appunto alla funzione militare, sia il completamento di alcune opere marittime quali le banchine e le dighe. Poi, al suo cessare, l’economia della città si era trovata sprovvista delle strutture utili allo sviluppo dcl commercio marittimo, settore che insieme a quello agricolo l’aveva fino ad allora caratterizzata, ma con un incremento della popolazione residente (1921) di 10.000 unità in più rispetto a un decennio prima.

Il Casale attraverso le cartoline d’epoca (in bianco e nero) – 1

Il fabbisogno abitativo aveva accelerato la realizzazione di opere di urbanizzazione anche nei rioni al di fuori della città storica, come quelle realizzate al Casale tra il ’23 e il ’25. La riorganizzazione delle strutture di gestione del territorio urbano, era quindi un processo già in atto e l’istituzione della Provincia di Brindisi nel 1927, ne fu l’affermazione.
All’approvazione del Piano di massima e ampliamento nel 1935, la città aveva già realizzato nelle nuove aree di espansione, il disegno che il nuovo strumento urbanistico proponeva. Quella del Casale, servita solo da collegamenti marittimi col centro urbano, era stata caratterizzata come altre aree, da una maglia a scacchiera che, nella realtà percorreva strade già fornite di luce ed acqua. Una maglia che delimitava isolati che già erano stati occupati da un edificio scolastico rurale, da un ricreatorio infantile, dal costruendo complesso di case popolari per pescatori, da un campo sportivo, dal monumento al Marinaio d’Italia e rispettivo viale.

Il Casale attraverso le cartoline d’epoca (in bianco e nero) – 2

E’ il Regolamento esecutivo del Piano di massima di ampliamento che cerca di dare al rione Casale l’aspetto di “quartiere giardino”, prescrivendo per le zone destinate a villini la regola di mantenere un’ampia area scoperta a giardino, lungo tutti i lati prospicienti le vie pubbliche e le proprietà altrui. Caratteristica questa che fino a pochi anni fa è stata mantenuta.
In Italia invece, già dai primi anni del Novecento, all’ombra della futura legge urbanistica nazionale, il dibattito in questo settore era altro. Si concentrava su concetti fondamentali che potevano dar corpo alla struttura ed alla forma di un piano regolatore. Erano in discussione questioni quali l’uso della proprietà collettiva dei suoli, in quanto strumento per organizzare ed ordinare lo spazio costruito, o il tipo di espansione che le città potevano assumere, a macchia d’olio o monodirezionale, o ancora circa l’opportunità di salvaguardare o di sostituire il tessuto più antico dei centri urbani. Invece, il Piano di massima e ampliamento della città di Brindisi non teneva conto di questi aspetti. Esso era un piano di massima appunto, ed in quanto tale, era la constatazione di situazioni urbane esistenti, sulle quali si adattava un disegno. Per Brindisi, la semplificata zonizzazione per le zone in espansione, si sarebbe così concretizzata nell’omogeneizzazione morfologica e nella monofunzionalità dei quartieri, giacchè la diffusione di tipologie edilizie omologanti, avrebbe fatto perdere ai quartieri la capacità di essere unità organica in espansione, ossia di essere riconoscibili e distinguibili, gli uni dagli altri, ovvero di avere una identità.

Terminata la seconda guerra mondiale , il rione Casale aveva oramai assunto una forma precisa, delimitata dai confini delle zone aeroportuali e dal mare stesso, restava collegato al centro urbano via terra, con un’unica arteria stradale, l’attuale via provinciale San Vito, che solo dal ’47 fu servita da autobus di linea e che a tuttoggi resta il collegamento viario più usato per raggiungere il centro cittadino.

Il regime fascista, oltre alle opere ed edifici prima ricordati, aveva dotato il Casale, nella zona più occidentale, di una Accademia marinara, che inaugurata nel dicembre del ’37, aveva dato inizio al processo di sostituzione della tipologia della villa con altre. Una sarà quella degli edifici specialistici , prevalentemente scolastici, dislocati lungo l’asse viario, oggi via Nicola Brandi, che collegava il Casale al rione Paradiso, in direzione ovest; l’altra, quella delle case multipiano, ubicate nella direzione opposta, che andava a saturare via via tutte le aree scoperte reperibili, tra queste le case per impiegati dello Stato, INCIS, quelle per i sottoufficiali dell’aeronautica o quelle per i pescatori, realizzate nella prima metà degli anni quaranta.

Il Casale attraverso le cartoline d’epoca (a colori) 

 

Il rione fino agli anni ’20 era in trasformazione evidente: da luogo di villeggiatura dei signori brindisini stava diventando quartiere residenziale. E fino agli anni ’40 e poi durante gli anni della guerra, quel rione sembrò un gran cantiere di opere pubbliche e di costruzioni abitative. Nel 1923-24 furono compiute le prime opere di urbanizzazione e negli anni ’25-‘3l furono realizzati gli impianti di luce e acqua. Nel 1925 si decise il monumento al Marinaio che venne inaugurato solennemente il 4 novembre 1933. Accanto ad esso fu progettata l’Accademia marinara, nel 1934 veniva sistemata la scalinata di accesso dal porto; più tardi, dal 1937 ci si attivò per realizzare pure il collegamento via terra, con un servizio di autobus. E poichè agli inizi degli anni ’20 le famiglie erano già numerose, nel 1923-24 venne deliberata l’istituzione di una scuola mista rurale e nel 1929 fu progettato un apposito edificio; nel 1934 fu progettato un ricreatorio infantile da affidare alle Suore Antoniane; nel 1937 si approvò quello di una scuola materna, che però non fu mai realizzato. Nel 1928 si decise un servizio telefonico che tardò molti anni per divenire realtà; nel 1935 fu attivato il servizio postale. Gli anni ’33-·34 sembrano gli anni in cui venne progettata e realizzata l’organizzazione dell’intero quartiere, ai cui margini settentrionali si vedeva diventare operativo l’aeroporto militare. Nel 1933 venne progettato un complesso di case popolari per i pescatori, costruito e finito nel 1940: era questo il secondo lotto. Dovevano, poi , sorgere il quarto lotto delle case INCIS, completato nel 1943 e il quinto lotto per i sottoufficiali dell’Aeronautica, finito nello stesso anno, rapidamente realizzato in tre anni. Frattanto nel 1941 si desiderava vivamente la rete fognaria. E nel quartiere in formazione fu deliberata nel 1929 la costruzione del campo sportivo del Littorio e nel 1938, finalmente, si pensò pure alla stazione dei carabinieri che, però, solo in questi anni si sta realizzando.

Il Casale visto oggi attraverso le nostre foto:

Villaggio Pescatori

Scalinata di accesso al porto

Barca di comunicazione tra i due lati del porto

Lungomare del Casale

Monumento al Marinaio d’Italia

Ex Collegio Navale “N. Tommaseo”

Via Duca degli Abruzzi

Chiesa Ave Maris Stella

Cristo del Passo

Congregazione delle Suore “Oblate di S. Antonio da Padova” – Via G. Giusto

IV Lotto Case INCIS

Scuola dell’Infanzia “M. Boschetti Alberti” – Via P. Longobardo

Scuola dell’Infanzia “Sant’Antonio” – Via R. Flores

Università degli Studi di Bari – Sede decentrata di Brindisi, Facoltà di Economia

A.S.L. Brindisi – Via Napoli

Ufficio Postale

Campo sportivo “F. Fanuzzi”

Palazzetto dello Sport “F. Melfi” – Via Ruta

Il Casale visto dal Monumento al Marinaio

Tutte le informazioni sono state tratte dalla pubblicazione dell’Archivio di Stato in collaborazione con la Parrocchia Ave Maris Stella “Il ritorno a Brindisi dei Frati Cappuccini e la costruzione della chiesa Ave Maris Stella”

Si ringrazia l’amico Mario Carlucci per la collaborazione

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